Luigi Lablache Video
basso italiano
Commemorazioni 2024 (Nascita: Luigi Lablache)
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- cantante lirico, insegnante di musica, attore teatrale, compositore
Ultimo aggiornamento
2024-05-09
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Sigismund Thalberg Ignaz Moscheles Friedrich Kalkbrenner Johann Nepomuk Hummel Colloca Franz Liszt Luigi Lablache Bassini Wolfgang Amadeus Mozart Emanuel Schikaneder Antico Solare Poli Gaetano Braga Teramo Foggia 1812 1826 1835 1843 1855 1858 1871 1996 2012
- Il pianista Antonio Castagna esegue la trascrizione di Sigismund Thalberg dell'aria "La dove prende" dal Flauto magico di Mozart. - The pianist Antonio Castagna performs the transcription of Sigismund Thalberg of the aria "La dove prende" from Mozart's Magic Flute. www.antoniocastagna.it #antoniocastagna #ladoveprende #thalbergmozart Sigismund Fortuné François Thalberg (Ginevra, 8 gennaio 1812 – Napoli, 27 aprile 1871) è stato un pianista e compositore austriaco. Allievo di Ignaz Moscheles, Friedrich Kalkbrenner e Johann Nepomuk Hummel, tra i primi innovatori della tecnica pianistica del cosiddetto "Biedermeierzeit", che fecero del virtuosismo parossistico la ragione e l'essenza del loro suonare, si colloca in un contesto storico e musicale che lo vide gareggiare con Franz Liszt. Famoso per le sue trascrizioni brillanti di temi d'opera (soprattutto rossiniani), spesso caricate di effetti strabilianti, di grande effetto e tra i più teatrali e meglio riusciti della storia del loro genere, Thalberg è anche autore di composizioni originali come la Sonata in do minore, la Tarantella, lo Scherzo in do diesis minore, il Capriccio, le Variazioni e il Concerto per pianoforte e orchestra in fa minore op. 5 con cui quattordicenne debuttò. Figlio illegittimo del Principe Moritz von Dietrichstein e della baronessa von Wetzlar, entra all'età di 10 anni presso il Politecnico di Vienna. Nella capitale austriaca studia da Hummel e diventa un pianista già apprezzato nel 1826. Debutta a Londra dopo aver preso lezioni da Moscheles e nel 1835 si esibisce a Parigi. Thalberg tiene concerti sia in Europa, in particolare in Germania ed in Spagna, che negli Stati Uniti d'America ed in Brasile. Nel 1843 sposa la figlia di Luigi Lablache. Nel 1855 avviene il successo della prima assoluta della sua opera Cristina di Svezia al Burgtheater di Vienna con Achille De Bassini. Si ritira nel quartiere Posillipo di Napoli nel 1858, in una villa di proprietà dei Lablache, dove morirà il 27 aprile 1871. l flauto magico (K 620), titolo originale Die Zauberflöte ascolta, è un Singspiel in due atti musicato da Wolfgang Amadeus Mozart, su libretto di Emanuel Schikaneder e con il contributo di Karl Ludwig Giesecke. La trama, densa di significati esoterici e massonici, si svolge in un antico Egitto immaginario; caratterizzata da un'alternanza di riferimenti al giorno e alla notte, si sviluppa lungo un graduale passaggio dalle tenebre dell'inganno e della superstizione, verso la luce della sapienza solare, al quale corrisponde un progressivo capovolgimento di prospettiva nel ruolo dei buoni e dei malvagi, i cui poli contrapposti sono rappresentati da Sarastro e dalla Regina della Notte, Astrifiammante. l flauto magico è stato interpretato utilizzando varie chiavi di lettura: oltre che come fiaba per bambini, è stato letto anche come racconto massonico o come storia a contenuto illuminista. Oltre al filone razionalista della cultura massonica del '700, l'opera documenta un filone caratterizzato dal misticismo e dall'attrazione per i misteriosi scenari dell'Oriente. Mozart vi affronta tematiche tipiche della cultura massonica, e a lui care: morte e rinascita, rapporto tra terreno e ultraterreno, iniziazione e prova come cammino per giungere all'amore universale. La Rivoluzione francese porterà a "politicizzare" i personaggi: la perfida Regina della Notte sarà associata all'odiato Ancien Régime, Sarastro all'Illuminismo. La vicenda racconta però anche lo sviluppo di un individuo che, da giovane, ignorante e debole che era, diventa saggio, sapiente e uomo attraverso la scoperta dell'amore e il superamento di varie prove iniziatiche. Durante questo percorso formativo, il giudizio di Tamino sui due Regni nemici si capovolge: il bene, inizialmente identificato con il Regno Lunare della Regina della notte in quanto vittima del rapimento della figlia perpetrato da Sarastro, finirà per essere identificato nel Regno Solare di quest'ultimo, dapprima giudicato come malvagio. Nel Regno di Sarastro Tamino troverà ragione e saggezza. Si scoprono così le buone intenzioni di Sarastro nel portare a sé Pamina, non togliendole libertà, ma sottraendola con intento protettivo alla malvagia madre, onde poterla destinare al giovane predestinato ed eroe della vicenda, ovvero lo stesso Tamino. Antonio Castagna ha tenuto concerti concerti e recitals in Italia e all’estero (GERMANIA, SVEZIA, BELGIO, OLANDA, EMIRATI ARABI UNITI, FRANCIA, SVIZZERA, BRASILE, USA, ARGENTINA, COREA DEL SUD, ) Ha partecipato più volte a programmi radio-televisivi RAI. E' stato Direttore, dal 1996 al 2012, dell’Istituto Superiore di Studi Musicali Gaetano BRAGA di Teramo. E' stato docente di Pianoforte nei Conservatori di Foggia e di Teramo.
Giuseppe Persiani Bartolucci Santarelli Tacchinardi Persiani Rubini Lablache Benda Cari Sereni Rossini Malibran Bellini Carnevale 1799 1826 1835 1839 1840 1869 2016 2017 2018 2019
PERSIANI RITROVATO - Evento musicale celebrativo del compositore belcantista recanatese Giuseppe Persiani (Recanati 1799 - Parigi 1869), nei 220 anni dalla nascita ed i 150 anni dalla scomparsa - Il M° Mattia Peli invita il pubblico italiano ed internazionale alla conferenza-concerto che avrà luogo a Recanati il 28 dicembre 2019, ore 21.00, alla Sala della Musica di Controvento, a coronamento delle Celebrazioni per Giuseppe Persiani, con il Patrocinio della Regione Marche - Non fatevi scappare quest'occasione unica di poter sentire eseguiti dal vivo brani strumentali ed arie d'opera (da "Ines de Castro") e di musica sacra (da "Abigaille") composte da Persiani, oggigiorno di rarissimo ascolto, nell'interpretazione del Belcanto Italiano Duo - Astrea Amaduzzi, soprano e Mattia Peli, pianoforte - al quale si aggiungerà anche il baritono anconetano Davide Bartolucci. La narrazione è affidata al ricercatore e musicologo Paolo Santarelli che guiderà il pubblico, tra una musica e un'altra, lungo la serata musicale. PROGRAMMA : Selezione di brani dall'opera "Ines de Castro" di Persiani, nella seconda versione del 1839 scritta per la moglie Tacchinardi-Persiani, Rubini e Lablache : Sinfonia dell'opera "Ines de Castro" Aria di Alfonso IV re del Portogallo - "Oh Dio, qual benda...Le tue smanie...L'indegna ripulsa" Scena e Cavatina di Ines - "Trascorsa è l'ora...Quando il core in te rapito...Nell'ebbrezza dell'amor" Romanza di Ines - "Cari giorni a me sereni" Scena ed aria ultima di Ines - "Quelle lagrime scorrenti" Persiani - Introduzione, Tema, 5 variazioni brillanti e coda, per pianoforte solo (sul tema "La madre rea punisci" nella "Semiramide" di Rossini) Persiani - Cavatina di Abigaille, dall'oratorio "Abigaille" del 1826 - Oh stoltezza...Ma piegar quel duro core...Ma qual fiamma" Belcanto Italiano Duo Astrea Amaduzzi, soprano Davide Bartolucci, baritono Mattia Peli, pianoforte Presentazione e letture a cura di Paolo Santarelli Negli ultimi anni il soprano Amaduzzi si è distinto a Recanati per aver interpretato in concerto al Teatro Persiani, il 7 maggio 2017, in duo soprano-pianoforte, la celebre romanza "Cari giorni", dal capolavoro operistico del Persiani "Ines de Castro" - esecuzione in prima mondiale in tempi moderni nella versione riscritta per la moglie Tacchinardi-Persiani nel 1839 - dopo che aveva già cantato in concerto all'Auditorium del Centro Mondiale della Poesia, il 22 giugno 2016, l'aria "Cari giorni" nella prima versione del 1835 composta per la Malibran. Del compositore recanatese "la voce del belcanto" ha eseguito in concerto nella Basilica di Santa Teresa d'Avila in Roma, il 16 luglio 2017 (riproposta poi a Recanati nella suggestiva Cattedrale di S. Flaviano il 30 agosto 2017) - sempre in prima mondiale in tempi moderni - in versione soprano-organo, anche la Cavatina sopranile del bellissimo oratorio "Abigaille" composto da Persiani nel 1826. Inoltre, il soprano belcantista ha cantato la Cavatina iniziale di Ines "Quando il core in te rapito", dall' "Ines de Castro", con la cabaletta conclusiva "Nell'ebbrezza dell'amor", all'Auditorium del Villaggio delle Ginestre, il 20 ottobre 2018, in duo soprano-pianoforte (riproposto in seguito il 31 dicembre 2018 al Teatro Parvum di Alessandria ed il 30 maggio 2019 alla sala Armonia Cordium di Napoli): l'unico brano di Persiani che sia stato mai eseguito a Recanati, quando era in vita l'autore - fu la prima donna Teresa Asdrubali di Ancona alla sua "beneficiata", avvenuta in occasione dell'apertura del Teatro di Recanati, con l'opera di Bellini "Beatrice di Tenda", ad eseguire nel carnevale del 1840 questa Cavatina di Persiani. La riproposta dell'Amaduzzi è avvenuta a Recanati dopo 178 anni di assenza. (http•••)
Gaetano Donizetti Romani Daniel François Auber Milán Sabina Heinefetter Giuseppe Frezzolini Frezzolini Lablache Vogt Teatro Canobbiana Scala Teatro Santa Cruz Metropolitan Opera 1814 1831 1832 1833 1834 1835 1836 1838 1839 1840 1841 1847 1904 2005 2010 2021
Miguel Martiarena, tenor Grabación efectuada el 20 de octubre de 2021 en La Plata (http•••) El elixir de amor (título original en italiano, L'elisir d'amore) es un melodramma giocoso operístico en dos actos con música de Gaetano Donizetti y libreto en italiano de Felice Romani, basado en el libreto Le philtre (1831) de Eugène Scribe para la ópera de Daniel-François Auber. El elixir de amor es una de las óperas más frecuentemente interpretadas de todas las de Donizetti y hay buen número de grabaciones. El número musical más conocido de la ópera es el aria Una furtiva lágrima. A causa de un encargo frustrado, Alessandro Lanari, empresario del Teatro della Canobbiana de Milán, le pidió a Donizetti que compusiera una ópera en el breve término de dos semanas. Felice Romani, colaborador asiduo del compositor, empleó buena parte de este lapso para escribir el texto. El tema no era original, ya que se basaba en un libreto escrito por Eugène Scribe para Daniel Auber, Le philtre (1831), inspirado a su vez en Il filtro de Silvio Malaperta, traducido al francés por Stendhal. La temática bucólica consiguió que Donizetti y Romani se alejaran de los enfrentamientos con los censores, que tantos problemas ocasionaron a los autores de la época, y que motivó que Ugo, conte di Parigi (también con texto de Romani), padeciera unas modificaciones tan sustanciales que se hubo de retirar del escenario de la Scala después de sólo cuatro representaciones. El ritmo de trabajo agotador no era excepcional en aquellos tiempos en los cuales los teatros, obedeciendo a la costumbre de épocas anteriores, exigían nuevas creaciones en forma sostenida. La creación, concebida en tan corto término, logró el éxito y la inmortalidad, manteniéndose en cartel desde el primer momento. Los autores eran más experimentados; y los conocieron tan bien, como para hacer de El elixir de amor una obra maestra. El ámbito bucólico era ideal para escenificar una historia sencilla no sin contenido profundo, en la cual exhibiesen diversos arquetipos humanos que son reflejo directo de los caracteres de la comedia del arte. En la obra encontramos la superficialidad y la frivolidad de Adina, el descaro y la vulgaridad del sargento Belcore, en el vendedor charlatán Dulcamara -arqutipo del embaucador que va de pueblo en pueblo, y que se ha visto hasta en los westerns- encontramos la astucia, el aprovechamiento y la mala fe ocultados tras una gran simpatía. El elixir de amor sería un muestrario de vicios y defectos, si no fuese gracias a la presencia de Nemorino, el campesino sencillo e ingenuo, capaz de vivir los grandes sentimientos que otros desconocen. Nemorino, simplemente, ama. Fue estrenada en el Teatro della Canobbiana de Milán el 12 de mayo de 1832. Sus intérpretes principales fueron Sabina Heinefetter (Adina), Giovanni Battista Gènere (Nemorino), Giuseppe Frezzolini (Dulcamara) y Henry Bernard Debadie (Belcore). El éxito fue tan grande que la ópera permaneció en cartel durante treinta y dos días consecutivos. A medida que se fue dando a conocer en la península y en los otros teatros del mundo, jamás salió del repertorio. En España, se estrenó en el Teatro de la Santa Cruz de Barcelona, el 5 de mayo de 1833 y se ofreció rápidamente en Madrid (1833), Lisboa y Berlín (1834), Viena (1835), Praga y Londres (1836). La primera representación en inglés tuvo lugar en Nueva York el 18 de junio de 1838, luego en el Metropolitan Opera el 23 de enero de 1904. Llegó a París y Varsovia en 1839; a Bruselas, Basilea y Estocolmo en 1840; a Río de Janeiro en 1841; y en La Paz (Bolivia) el 24 de marzo de 1847. El elixir de amor sigue siendo una de las óperas más populares; en las estadísticas de Operabase aparece la n.º 12 de las cien óperas más representadas en el período 2005-2010, siendo la 7.ª en italiano y la primera de Donizetti. Junto a El barbero de Sevilla y Las bodas de Fígaro, es la ópera cómica más conocida y representada del repertorio. Posee hermosas melodías y un buen libreto. Contiene la popular aria Una furtiva lagrima, una de las más famosas y a menudo interpretadas por tenores de toda la historia de la ópera. Miniatura: Dr Dulcamara, played by L. Lablache, sells a love philtre to Nemorino played by G. Mario at a country fair. Coloured lithograph by C. Vogt after A. de Valentini. Valentini, Alexandre de, active 1814.
Tito Schipa Maria Callas Regina Sarfaty Matos Matos Rodriguez Rodriguez Bellini Fuller Luigi Lablache 1842 1927 1930 1959
Esempi di "messa di voce" ("filare un suono") : - Tenor TITO SCHIPA - "La Cumparsita", tango di Gerardo Matos Rodriguez - 1930 - Soprano MARIA CALLAS - "Ah! partiamo, i miei tormenti sian celati ad ogni sguardo" (concertato, fine atto I, "Il Pirata" di Bellini) - live 1959 - Mezzosoprano REGINA SARFATY - "Che rechi tu?" (Adele e coro, inizio atto II, "Il Pirata" di Bellini) - live 1959 "He (my maestro, Gerunda) gave me numerous scales, but he was most persistent upon a beautiful sustained tone, or, as they say in Italian, "nota tenuta". In addition to this, I was obliged to practice with the very greatest perseverance, sustained notes, singing them "crescendo" and "diminuendo". Gerunda would make me do this with agonizing care. That is, I would start, for instance, upon C upon the third space of the treble clef, the note becoming gradually fuller and fuller for three and one-half measures and then diminishing in value for another three and one-half measures, until it finally faded away. The importance of the "crescendo" and "diminuendo" controlled at the will of the singer is so enormous that I am amazed that more attention is no paid to it regularly. After all, through "diminuendo" and "crescendo", one has one of the most significant elements in expression. How rarely does one hear a good "crescendo" and a good "diminuendo" on a sustained tone." (in: "Nothing But Exercises for Six and One-half Years", An Interview with the Famous Operatic and Concert Tenor and Composer TITO SCHIPA - THE ETUDE, July 1927) "Mi diede da studiare (il mio maestro, Gerunda) numerose scale, ma fu soprattutto insistente nella realizzazione di una bella nota sostenuta, o, come si dice in italiano, "nota tenuta". In aggiunta a ciò, fui obbligato ad esercitarmi con la più grande perseveranza, alle note sostenute, cantandole "crescendo" e "diminuendo". Gerunda voleva che le facessi con estrema cura. Vale a dire, che iniziavo, per esempio, sul Do in terzo spazio della chiave di violino, facendo diventare la nota gradualmente sempre più piena per la durata di tre battute e mezzo e poi facendola diminuire per altre tre battute e mezzo, fino a che non fosse svanita del tutto. L'importanza del "crescendo" e "diminuendo" controllati a piacimento dal cantante è così immenso che sono stupefatto che non vi si ponga abitualmente maggior attenzione. Dopotutto, attraverso il "diminuendo" ed il "crescendo", si otterrà uno dei più significativi elementi nell'espressione. Quanto di rado si può sentire un buon "crescendo" e un buon "diminuendo" su una nota sostenuta." cfr. Lablache DEL FILAR I SUONI. Dicesi "filar un suono" (che diceasi "Messa di voce") l'attaccarlo con fermezza, ma il più dolcemente che si può, crescerne gradatamente la forza fino alla metà del suo valore, e diminuirlo insensibilmente da questo punto sino alla fine. Lo studio delle scale filate è il più utile esercizio che far si possa per cantar bene. E' per esso che correggonsi i difetti della voce, che le si dà fermezza, che si aumenta di forza, e che si acquista quella flessibilità indispensabile per colorir la melodia. DELLA MANIERA DI COLORIRE. Non basta già per ben frasare il comprendere e far sentire il senso musicale, ma è pur necessario dar a ciascuna frase, ad ogni figura i convenienti colori. L'arte di colorire è l'elemento principale dell'espressione; e quell'artista che non sappia disporre una gran varietà di colori nel suo canto, sarà sempre mediocre e freddo, per quanto bel meccanismo altronde ei possegga. Non si applicherà dunque mai tanto che basti onde acquistar la facoltà di eseguire a piacer suo il "Forte" ed il "Piano", e passar gradatamente dall'uno all'altro. Uno studio costante dei suoni filati è, perciò conseguire, d'un gran soccorso. 1. Ogni nota di qualche durata non dee mai fermarsi sul medesimo grado di forza dal principio alla fine, ma dovrà generalmente esser filata. 2. Ogni frase ascendente dee passar dal "piano" al "forte". 3. Ogni frase discendente dee passar dal "forte" al "piano". (da: Luigi Lablache - "Metodo completo di canto", 1842)
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