Pietro Generali Video
compositore italiano
- opera
- Italia
- compositore
Ultimo aggiornamento
2024-05-09
Aggiorna
L' Agopuntura, nata in Cina 5000 anni fa, cura senza farmaci dolori, artrosi, cervicalgie, lombalgie sciatiche, ansia, insonnia, senza reazioni allergiche ed effetti collaterali. A Cura del Dott. Valesi Copyright 2019 La Medicina Naturale del Dott. Valesi. All rights reserved ISCRIVITI AL CANALE ! (http•••) SEGUICI ANCHE SU (http•••) (http•••) (http•••) (http•••)
Giuseppe Verdi Padova Salvadori Dano Raffanti Garner Feliciani Generali Teatro Verdi Arena Verona 1980
Giuseppe Verdi - RIGOLETTO - live, Padova, Teatro Verdi - 12 ottobre 1980 personaggi: Rigoletto: ANTONIO SALVADORI Duca: DANO RAFFANTI Gilda: FRANCOIS GARNER Sparafucile: MARIO RINAUDO Maddalena: LAURA BOCCA Monterone: MARIO FELICIANI Orchestra dell’Arena di Verona – direttore UMBERTO CATTINI/ Antonio Salvadori aveva una voce baritonale d’un colorito attraente, e in linea generale non gli mancavano buone doti interpretative. I limiti che ho sempre riscontrato a ogni ascolto stavano soprattutto nelle note acute, non sempre bene a fuoco. Quando lo erano, però, avevano una risonanza che strappava l’applauso, come avviene qui al termine del “Pari siamo”. In complesso in questa recita abbiamo un Rigoletto decisamente alterno, e il buono e il meno buono si avvicendano quasi a ogni frase. Tuttavia il personaggio del disgraziato gobbo è reso almeno nei tratti generali. Discreta Gilda la Garner, cantante dal timbro generico e forse non molto provvista di fantasia, ma sostanzialmente diligente e corretta. Di Gilde migliori, però, ne ho udite parecchie. Quanto al tenore Raffanti, in questa recita dispensava meno del solito qualcuna delle sue proverbiali incertezze, e il suo Duca aveva diversi momenti ricchi di fascino grazie alla bellissima voce, d’un timbro davvero baciato dal cielo. Sempre corretto il basso Rinaudo, che dipinge uno Sparafucile meno tenebroso del solito ma non meno inquietante, e discreti gli altri cantanti. Non ricordavo molto della direzione di Cattini, ma al riascolto della registrazione ho avuto l’impressione che in alcuni accompagnamenti, d’una lentezza un po’ esasperata, non contribuisse molto alle sorti di questa recita. (Lele del Gatto)
Giacomo Puccini Ruggero Leoncavallo Torre Evan Gorga Cesira Ferrani Tieste Wilmant Antonio Pini Corsi Camilla Pasini Arturo Toscanini Generali Richard Wagner Guida Antonio Bazzini Amilcare Ponchielli Pietro Mascagni Franco Alfano Luciano Berio Teatro Regio Torino Teatro Grande Brescia 1830 1858 1895 1896 1900 1903 1924 1926
️La bohème nasce da una sfida fra Giacomo Puccini e Ruggero Leoncavallo, i quali gareggiarono a scrivere contemporaneamente due opere omonime tratte dalla stessa fonte. Dopo oltre un secolo l'opera di Puccini è ancora fra le più popolari al mondo, mentre quella di Leoncavallo non ha mai avuto molto successo. Il libretto pucciniano venne scritto da Illica e Giacosa ed ebbe una gestazione abbastanza laboriosa per la difficoltà di adattare le situazioni e i personaggi del testo originario ai rigidi schemi e all'intelaiatura di un'opera musicale. Per completare la partitura Puccini impiegò tre anni di lavoro passati fra Milano, Torre del Lago e la Villa del Castellaccio vicino a Uzzano, messa a disposizione dal conte Orsi Bertolini; qui completò il secondo e terzo atto, come da lui annotato con una scritta rimasta sui muri della villa. L'orchestrazione della partitura procedette invece speditamente e fu completata una sera di fine novembre del 1895. Meno di due mesi dopo, il 1º febbraio 1896, La bohème fu rappresentata per la prima volta al Teatro Regio di Torino con Evan Gorga, Cesira Ferrani, Tieste Wilmant, Antonio Pini-Corsi, Camilla Pasini e Michele Mazzara, diretta dal ventinovenne maestro Arturo Toscanini. Il successo di pubblico fu buono, mentre la critica ufficiale, dimostratasi all'inizio piuttosto ostile, dovette presto allinearsi ai generali consensi. Dopo la rappresentazione torinese l'opera venne leggermente ritoccata da Puccini: questa seconda versione, considerata oggi quella definitiva e usualmente eseguita, venne messa in scena per la prima volta al Teatro Grande di Brescia, riscuotendo così tanti applausi da far tremare le pareti di scena. Trama: L'esistenza spensierata di un gruppo di giovani artisti bohémien costituisce lo sfondo dei diversi episodi in cui si snoda la vicenda dell'opera, ambientata nella Parigi del 1830. Giacomo Puccini (Lucca, 22 dicembre 1858 – Bruxelles, 29 novembre 1924) è stato un compositore italiano, considerato uno dei maggiori e più significativi operisti di tutti i tempi Le sue prime composizioni erano radicate nella tradizione dell'opera italiana del tardo XIX secolo. Tuttavia, successivamente, Puccini sviluppò con successo il suo lavoro in una direzione personale, includendo alcuni temi propri del Verismo musicale, un certo gusto per l'esotismo e studiando l'opera di Richard Wagner sia sotto il profilo armonico che orchestrale e per l'uso della tecnica del leitmotiv. Ricevette la formazione musicale presso il conservatorio di Milano, sotto la guida di maestri come Antonio Bazzini e Amilcare Ponchielli, dove fece amicizia con Pietro Mascagni. Le opere più famose di Puccini, considerate di repertorio per i maggiori teatri del mondo, sono La bohème (1896), Tosca (1900), Madama Butterfly (1903) e Turandot (1926). Quest'ultima non fu completata perché il compositore si spense, stroncato da un tumore alla gola poco prima di terminare le ultime pagine (Puccini era un forte fumatore). L'opera fu poi completata con finali diversi: quello di Franco Alfano (il primo, coevo alla prima assoluta ed ancor oggi più eseguito); successivamente nel XXI secolo per opera di Luciano Berio, abbastanza rappresentato. Non mancano altre proposte e studi di nuovi completamenti.️
o
- cronologia: Compositori (Europa).
- Indici (per ordine alfabetico): G...