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Ultimo aggiornamento
2024-05-04
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Teatro San Carlo Teatro Mariinsky Staatsoper Hamburg Tchaikovsky Juraj Valčuha Misha Didyk Anna Nechaeva Anna Viktorova Tumanyan Russo Poli Staatsoper 1878 1890 2019
Teatro San Carlo Inaugurazione della Stagione d'Opera 2019/20 15 dicembre 2019 Piotr I. Tchaikovsky PIKOVAJA DAMA (LA DAMA DI PICCHE) Opera in tre atti su libretto di Modest Il’c Tchaikovsky dal racconto omonimo di Aleksandr S. Puškin Prima rappresentazione: San Pietroburgo, Teatro Mariinsky, 19 dicembre 1890 Direttore | Juraj Valčuha Maestro del Coro | Gea Garatti Regia | Willy Decker Regista per la ripresa | Stefan Heinrichs Scene e Costumi | Wolfgang Gussmann Assistente ai costumi | Sara Berto Luci | Hans Toelstede riprese da Wolfgang Schünemann Vocal coach | Nino Pavlenichvili Interpreti Herman | Misha Didyk Il conte Tomskij | Tomas Tomasson Il principe Eleckij | Maksim Aniskin Liza | Anna Nechaeva Polina | Aigul Akhmetchina La contessa | Julia Gertseva Čekalinskij | Alexander Kravets Surin | Alexander Teliga La governante | Anna Viktorova Maša, | Sofia Tumanyan Čaplickij/Il cerimoniere | Gianluca Sorrentino Narumov | Seung Pil Choi Orchestra e Coro del Teatro di San Carlo Produzione Staatsoper Hamburg SERIE CREMISI domenica 15 dicembre 2019, ore 17.00 - Turno F Spettacolo in Russo con sovratitoli in Italiano e in Inglese Durata: 3 ore circa con intervallo “O ho fatto uno sbaglio spaventoso, o l'opera è un capolavoro”: così scriveva il compositore all'autore del libretto, il fratello Modest Čajkovskij, esprimendo sorpresa e soddisfazione per l'inatteso slancio creativo. La Dama di picche fu infatti portata a termine con una rapidità incredibile in poco più di un mese all'inizio del 1890 e replicò il grande successo dell'Eugenio Onieghin (1878), tratto anch'esso da un racconto da Puškin. I fratelli Čajkovskij rielaborarono a fondo il testo originario; dove questo è l'inquietante storia di una ossessione, di un'idea fissa, al centro dell'opera c'è invece la figura di German che diventa l'uomo del destino di due donne: Liza, che viene travolta dalla sua passione e la Contessa che sente in lui, nel suo sguardo di fuoco, una volontà malefica e distruttiva. Musicalmente si tratta di un'opera di straordinaria compattezza e coesione nella quale si fondono appieno perfezione tecnica e verità di espressione ovvero i due poli della musica di Čajkovskij, compositore colto e dotato di un mestiere e di un bagaglio tecnico di stile occidentale.
Remix a cura di AFA del brano "Ongii" dei CSI. Il remix è inserito nell'album degli AFA del 1997 "Manipolazioni" (progetto audioalchemico) uscito per la collana di musica aliena "I Taccuini" (Consorzio Produttori Indipendenti / Dischi del Mulo / Polygram). Manipolazioni è il titolo del cd degli Afa in cui brani del precedente “Nomade Psichico”, vengono remixati o meglio manipolati e presentati in nuove versioni. E’ la quattordicesima uscita per la collana dei taccuini del Consorzio Produttori Indipendenti, in questo lavoro si svelano le implicazioni scientifiche, filosofiche, etiche che hanno come presupposto una tecnica ormai molto diffusa nella musica: il remissaggio. Con l’uomo nasce la rappresentazione simbolica del mondo, l’uso delle protesi, la possibilità di intervenire sul reale, la manipolazione. L’accelerazione è vertiginosa, la mutazione in atto è inevitabile ed inarrestabile, al di là del bene e del male. Manipolazione genetica, manipolazione degli elementi, corpi manipolati. L’identità è mutante. La musica è oggi più che mai mutante, scomponibile, rappresentazione sonora della trasformazione. Con questo progetto si cercano relazioni tra ciò che sta avvenendo nella biogenetica (clonazione, innesti biomeccanici), nell’arte (corpo come territorio da ridisegnare) e tutte quelle moderne pratiche di intervento sulla musica come il remix, il taglia e cuci, il campionamento. Considerare il panorama sonico come una coltura cellulare instabile, in movimento, che permette di sperimentare sul corpo dei brani musicali, sulla loro composizione chimica in modo assolutamente artificiale. Spartito chirurgico, ritmi alterati, rielaborazioni. Il DNA originario delle ultime composizioni degli Afa è stato riprogettato da altri musicisti, dj’s, programmatori, parole e suoni hanno trovato nuove identità. La musica è uno specchio di ciò che avviene nel nostro tempo, la clonazione, la possibilità di creare vite in laboratorio, di intervenire sul codice genetico, apre sconvolgenti scenari. La fantascienza non ha più il compito di predire o prevedere, ma solamente di informarci di ciò che già sta avvenendo sotto i nostri occhi: la pecora Dolly può essere vista come fenomeno da baraccone mediatico, in verità è il simbolo della definitiva scoperta umana, il segreto della vita, d’ora in avanti sarà difficile e forse superfluo distinguere chi è stato prodotto e chi è nato. Da tempo performers e body-artists hanno anticipato la mutazione con il lavoro sul proprio corpo (artisti come Orlan, Stelarc, Franko B, ci mostrano in modo osceno e schoccante la metamorfosi umana e la nascita di nuove identità). La tecnologia è già entrata nel nostro organismo sotto forma di innesti biomeccanici, di organi artificiali, presto sarà possibile impiantare chips elettronici, microcircuiti nel cervello, la biologia conquista le macchine e viceversa. Così non si può più parlare di musica suonata o elettronica, acustica o campionata, vera o finta, perché oggi l’artificiale regna negli studi di registrazione. Tutti i suoni possibili possono essere ricreati, un brano può essere clonato, se ne possono dare diverse versioni, una canzone ha la possibilità di avere tante e diverse identità. Il purista si scandalizza, ma ogni genere, ogni sfumatura, ogni stile è perfettamente ricreabile da macchine sempre più sofisticate, dal campionatore a programmi per computer capaci di comporre musica senza l’intervento umano. E’ facile farsi ingannare, anche ciò che appare genuino può benissimo essere finto, il musicista diventa una figura fantasmatica, le note si generano nell’assenza. La vita eterna è affidata a processori di suoni che possono ibernare e rendere eterne le voci di artisti scomparsi, crio-musica, gli studi di registrazione clonano nuove musiche da cellule congelate. In Giappone tutto è minuziosamente ricreabile, note, timbri, interpretazioni di qualsiasi gruppo, di qualsiasi cantante, si può ipotizzare il supergruppo definitivo formato dai migliori strumentisti, dal migliore corredo genetico. Nel laboratorio, nel progetto audioalchemico degli Afa troviamo remissaggi, clonazioni e mutazioni di: Eraldo Bernocchi, Ci s’ha, CSI, Lance from IHB, Guido Lusetti, Maffia Sound System, Gianni Maroccolo, Ustmamò, Skin 4, Wolfango. Incrociati ai brani interventi di teorici della mutazione come Antonio Caronia, Francesca Alfano Miglietti, Franco Bifo Berardi, Arianna Dagnino.
Cristiani Cristo Salva Amato Giovanni Croce Doni
E' l'ora di svegliarci! L'uomo è grande non solo per quel che è capace di fare ma per quel che è capace di "divenire". Siamo come dei bambini che possiedono la fede ma è come se non la possedessero. Hanno ricevuto la fede teologale nel battesimo ma devono fare l'atto personale di adesione e di impegno che gli fa incontrare veramente il Dio Vivente. Per noi la fede esige l'accoglienza dell'Essere che ci farà realizzare tutte le nostre possibilità. L'uomo è strutturalmente aperto a Dio perché è creatura ed è aperto a tutto ciò che è già presente in lui. L'uomo è libero di aprirsi o di chiudersi a Dio. La fede è accoglienza e apertura, l'incredulità è rifiuto. Tocca a noi aprire le porte della nostra libertà: Vieni Signore Gesù! La fede è accoglienza. Accoglienza di Dio che ci appare esternamente e interiormente. Esternamente attraverso il Vangelo con cui Dio ci parla e interiormente, accogliendo il "Maestro Interiore", la voce di Dio che parla al cuore nella nostra coscienza. La fede è sempre accoglienza di Gesù Cristo. Accoglienza della luce. La fede è accoglienza della luce e della verità: quella proclamata nella Chiesa, quella della Grazia di Cristo che illumina l'intelligenza. La luce abbagliante di Cristo che è la verità infinita per vedere il giorno che intanto impariamo ad intravedere. E'assuefarsi ad un vedere interiore: "La fede possiede i suoi occhi" diceva Sant' Agostino. Accoglienza dell'Amore. La luce non è una verità astratta. Credere è sempre credere ad un Dio personale, ad una persona a Gesù Cristo e soprattutto credere al suo Amore. Credere è accogliere un amore che inizialmente è l'apertura ad una promessa di amore che sorpassa ogni immaginario umano, è l'inaugurazione di una amicizia infinita, umana e divina tra l'uomo e Dio stesso fino alla morte. Accoglienza della libertà. Credere è apertura al vangelo che è la Buona Novella, la promessa del Regno, la Beatitudine, la Ri-creazione, la Trasfigurazione. Questa accoglienza è dolorosa come una nascita difficile. Il vangelo infatti si oppone a tutte le forze del peccato: il denaro, il piacere, il dominio, l'indipendenza assoluta della libertà. La difficoltà a questa accoglienza è permanente e attuale, non basta accoglierla una volta per tutte ma è un impegno quotidiano per il Vangelo da parte dell'uomo che si lascia convertire e penetrare dalla Parola che guarisce e salva. La fede che accogliamo diventa fedeltà: tutta la vita del cristiano diventa accoglienza della volontà misteriosa, sovrana e misericordiosa di Dio. Non basta un "Fiat" ma si rinnova in tutti gli avvenimenti, gli incontri, le gioie e i dolori, lo sviluppo delle responsabilità personali e anche alla morte. La fede cresce attraverso questo esercizio nelle varie vicende della vita. Finche siamo in terra non si sorpassa mai il limite della fede ma Dio concede sempre una luce più alta. La fede ha uno sviluppo infinito. Quando Dio vuole chiama l'anima a superare le sue abitudini mentali e affettive a cui è legata e la conduce alle sicurezze che derivano dall'esperienza della comunione con Lui. Questa contemplazione dell'Amore in cui il cristiano credente sperimenta di essere amato da Dio in maniera sensibile si chiama "mistica". E' il vertice della gioia che Dio riserva alla persona che ha accettato di vivere una fede radicale e che Giovanni della Croce chiama "la fede perfettamente illuminata" che si accompagna all'esperienza dell'Amore che riempie la persona di una gioia che corrisponde all'apertura totale a Dio: è la santità. Con questa visione dei doni che Dio ci riserva cominciamo I' Awento che è "Attesa", disponibilità a ricevere, quindi proprio il tempo della fede con la certezza che Dio verrà sempre più in noi nella misura dello spazio che gli lasciamo nella nostra vita.
#linobanfi #paolovillaggio #millycarlucci #filmcompleto █▓▒▒▓█ ISCRIVITI AL CANALE PER SOSTENERLO █▓▒▒▓█ Pappa e ciccia è un film italiano del 1983 diretto da Neri Parenti, con Lino Banfi e Paolo Villaggio. Trama Primo episodio Nicola Calore è un imbianchino pugliese emigrato in cerca di fortuna in Svizzera, dove però è finito a fare lo stesso mestiere che faceva in Italia. Quando riceve una lettera che lo informa di una prossima visita della nipote Rosina, Nicola è fortemente imbarazzato in quanto aveva sempre dato a intendere ai parenti della Puglia di essere diventato ricchissimo, così, per non farsi scoprire, Nicola, con l'aiuto di alcuni amici connazionali emigrati come lui, è costretto ad allestire una messa in scena per non far capire la verità alla nipote. Per di più le cose si complicano in quanto Rosina non è la bambina bruttina che lo zio ricordava, ma una bellissima bionda ventenne. Lo zio le fa credere che la villa dove lavora è la sua, ma che non può entrare a causa dei lavori in corso. Una serie di equivoci lo porterà a spacciare per sua l'abitazione del finanziere svizzero Schmidt; dopo essere sfuggito ad una terrificante infermiera tedesca, Nicola finirà per acquistare senza volerlo vari titoli azionari che stavano crollando a picco: proprio questi, però, alla fine gli daranno la tanto sognata ricchezza. Secondo episodio Paolo, un modesto geometra, dopo un anno e mezzo d'attesa, vede finalmente pubblicata la lettera inviata al direttore del Corriere della Sera in cui ripercorre le peripezie capitategli durante il soggiorno ad un villaggio vacanze in Kenya. Partito con un collega, il pittoresco perito Guido Colzi, era stato inizialmente vittima di un terrificante viaggio su una carretta dei cieli guidata dal maldestro capitano Tombale e una maleducatissima e aggressiva hostess di volo; poi, arrivato miracolosamente alla meta, si era trovato coinvolto in varie disavventure che lo portarono a fuggire su una zattera da quel luogo di pace apparente. License under Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0) (http•••) For any distribution problem, please contact the Hydrus Service Style channel manager at the following e-mail address before reporting the film or the shorts: •••@••• thank you. Greetings from Hydrus. SOSTIENICI ACQUISTANDO SU AMAZON DA QUESTO LINK: (http•••) DATE UN' OCCHIATA AL NOSTRO STORE! (http•••) ISCRIVITI AI MIEI CANALI YOTUBE: Hydrus Service Style (http•••) Hydrus Service Style 2 [La Vendetta] (http•••)