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Dernière mise à jour
2024-05-28
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Quaranta Giovanni Lanfranco Santa Maria Cristo Santi Borghini Palazzo Pamphilj 1621 1636 1647 1651 1662 1664 1668 1684 1691 2016
Presentazione del catalogo ragionato Giacinto Brandi 1621-1691 .elebrato e apprezzato già dai suoi contemporanei, Giacinto Brandi attraversò con vivido successo i decenni centrali del Barocco Romano, conquistando un ruolo di primo piano accanto a figure del calibro di Pier Francesco Mola, Pietro da Cortona, Giovanni Battista Gaulli e Carlo Maratti. Le sue opere, destinate alle chiese, ai grandi palazzi aristocratici e al collezionismo, si snodano dagli anni quaranta alla fine degli anni ottanta del Seicento e riassumono, nel loro equilibrio tra compostezza classicistica e prosa barocca, le grandi correnti della ricerca artistica. Nato a Roma nel 1621, Giacinto Brandi fu avviato sulle strade dell’arte dal padre Giovanni, di professione ricamatore, il quale lo mise nella bottega dello scultore bolognese Alessandro Algardi. Vocato alla pittura, il poco più che adolescente Brandi lasciò la bottega di Algardi per quella di Giovan Giacomo Sementi, anch’egli bolognese, dove attese alla sua educazione artistica fino al 1636, anno della morte del maestro. Determinante e fondamentale fu successivamente l’incontro a Roma, e probabilmente anche a Napoli, con il pittore originario di Parma Giovanni Lanfranco, dei cui modi Brandi diverrà il migliore interprete e continuatore. Grazie all’appoggio di Francesco Sacchetti, cameriere segreto di Innocenzo X Pamphilj e canonico della basilica di Santa Maria Maggiore, Brandi esordì sulla scena artistica romana con i lavori per il Casino del Bel Respiro e per il Palazzo Pamphilj a piazza Navona, realizzati a partire dagli anni quaranta del Seicento. Le decorazioni per il Palazzo Pamphilj valsero all’artista la nomina a Cavaliere dell’Abito di Cristo e gli aprirono la strada verso nuove prestigiose commissioni di destinazione pubblica e privata provenienti da importanti famiglie aristocratiche, tra cui i Colonna e i Barberini. A partire dal 1651 frequentò l'Accademia di San Luca con assiduità, divenendone Principe nel 1668 e di nuovo nel 1684, come pure la Compagnia di San Giuseppe di Terrasanta al Pantheon cui si affilò nel 1647. Capolavoro della sua prima maturità è la pala con il Martirio dei santi Quaranta di Sebaste nella chiesa romana delle Ss. Stimmate di San Francesco, un’opera realizzata nel 1662 su commissione del fratello Pietro Paolo Brandi in esecuzione alla disposizione testamentaria di Francesco Sacchetti. A differenza di molti suoi colleghi pittori Giacinto Brandi fu un artista stanziale che si allontanò da Roma malvolentieri e solo raramente. È il caso del suo viaggio a Gaeta, dove l’artista soggiornò dal 1662 al 1664 circa per eseguire i lavori nella cripta del duomo di Sant’Erasmo, un’esperienza fondamentale nel suo percorso evolutivo che gli permise di approdare a una vivace forza espressiva e a vertici di drammatico naturalismo partecipi della cultura figurativa napoletana. Celebre per le grandiose pale d’altare e per le pitture da cavalletto di impronta fortemente devozionale, Brandi, a partire dagli anni settanta del Seicento, si misurerà ripetutamente nelle grandi imprese decorative di destinazione chiesastica, abbellendo gli interni delle chiese dei Santi Ambrogio e Carlo al Corso, di San Silvestro in Capite e infine di Gesù e Maria al Corso. Toccati i vertici della fama e consolidato il proprio status sociale, l’artista, che negli ultimi anni della sua vita era arrivato a possedere addirittura una carrozza - vero appannaggio di pochi privilegiati - morì a Roma nel 1691, dove fu sepolto nella chiesa di San Lorenzo in Lucina. Dopo i pionieristici articoli di Antonella Pampalone e di Gabriele Borghini apparsi negli anni settanta del secolo scorso, l'interesse da parte della critica nei confronti di Giacinto Brandi non si è mai concretizzato in uno studio sistematico teso ad approfondire e ad aggiornare la portata complessiva della sua esperienza artistica. La monografia di Guendalina Serafinelli - due volumi di grande formato in cofanetto pubblicati per i tipi di Umberto Allemandi Editore - colma questa lacuna ripercorrendo, in una successione di capitoli tematici, l'intera vicenda biografica e professionale del pittore romano attraverso una attenta indagine filologica che ridefinisce, alla luce dei cospicui rinvenimenti documentari, l'esteso contesto storico e artistico nel quale il maestro operò. Per la prima volta viene ricomposto e presentato il catalogo ragionato delle sue opere, ordinato in successione cronologica, arricchito da notizie di archivio, da raffronti con testimonianze grafiche e bozzetti, aggiornato e integrato da un significativo numero di dipinti inediti. Questo lavoro è corredato da quattro appendici documentarie e dagli apparati che comprendono bibliografia e indici (iconografico, onomastico e toponomastico).
Giuseppe Verdi Burns Ekaterina Gubanova Iulia Maria Dan Nadja Michael Borghini 2013
Paul van Dyk performing the music of Giuseppe Verdi as part of his show during the 2013 Bavarian Opera Festival at the Munich National Theatre on 27 July 2013 Talent: Paul van Dyk, Christian Burns, Ekaterina Gubanova, Iulia Maria Dan, Nadja Michael, Andrea Borghini and the Munich Opera Brass Orchestra
Giuseppe Verdi Iulia Maria Dan Ekaterina Gubanova Nadja Michael Burns Borghini Zitadelle Spandau Staatsoper Bayerische Staatsoper Bayerisches Staatsorchester 2013
PvD TO PERFORM THE MUSIC OF GIUSEPPE VERDI AS PART OF HIS SHOW AT THE 2013 BAVARIAN OPERA FESTIVAL @ THE MUNICH NATIONAL THEATRE, 27th JULY 2013 As one of the most talked about concerts of this year's internationally renowned Bavarian Opera Festival, EDM trailblazer Paul van Dyk prepares to cross another musical gulf. In the grand surrounds of the Munich National Theatre, as part of the show, he will electronically reinterpret some of the most celebrated works of Giuseppe Verdi, one of the most revered operatic composers of all time. Additionally, van Dyk will also be showcasing music from his highly anticipated seventh artist album 'The Politics of Dancing 3'. Hot off the back of his We Are One Festival last weekend, Paul van Dyk is set to continue his extraordinary summer of staging boundary defying musical events in astounding surrounds. Stepping off the We Are One stage, in the historic renaissance setting of Berlin's Zitadelle Spandau, the electronic music supremo gave more details of his next bold step... "When I decided that merging electronic music with the operatic realm was a concept I wanted to pursue", says van Dyk, "there was one composer who I was instinctively certain would be ripe for reinterpretation. One that I knew would easily sustain the substantial transitional leap required. Verdi's music is a wonderful mix of melodrama and actual drama, driven by real emotion / all elements I seek to put into my music. I anticipate this recital will be a once in a lifetime experience / the only time that Verdi's music and my own will share the same set-list. I'm looking forward to the challenge of it immensely. I hope to see as many forward-thinking dance music fans as opera devotees there!" Backed by sopranos and mezzo-sopranos Iulia Maria Dan, Ekaterina Gubanova and Nadja Michael from the Bayerische Staatsoper and the theatre's own Bayerisches Staatsorchester instrumentation section, van Dyk will mix and perform selected works from both his own and Giuseppe Verdi's repertoires. The show will also star Electronic Music sensation and prominent 'The Politics of Dancing 3' vocalist, Christian Burns. In the Munich National Theatre, in typically audacious and pioneering fashion, he will span the divide between the musical worlds of the 19th and the 21st centuries. Talent: Paul van Dyk, Christian Burns, Ekaterina Gubanova, Iulia Maria Dan, Nadja Michael, Andrea Borghini and the Munich Opera Brass Orchestra Information: Tickets for this show are sold out. Please take note and consideration, ladies: Venue flooring is not suitable for heels. Bayerische Staatsoper Max Joseph Platz 2 80539 Munich, Germany Doors open 11pm Show ends 2.30am
Patrizia Ciofi Giuseppe Verdi Francesco Maria Piave Márton Kang George Petean Rafal Siwek Alisa Kolosova Borghini Rieger Iulia Maria Dan Bayerisches Staatsorchester Bayerische Staatsoper Staatsoper 2013
Rigoletto / Giuseppe Verdi Libretto by Francesco Maria Piave after Victor Hugo's "Le Roi s'amuse" Cast: Conductor - Stefano Ranzani Production - Árpád Schilling Set and Costumes - Márton Ágh Lighting - Christian Kass Dramaturgy - Miron Hakenbeck Chorus - Stellario Fagone Il Duca di Mantova - Yosep Kang Rigoletto - George Petean Gilda - Patrizia Ciofi Sparafucile + Monterone - Rafal Siwek Maddalena + Giovanna - Alisa Kolosova Marullo - Andrea Borghini Borsa Matteo - Dean Power Il Conte di Ceprano - Christian Rieger La Contessa di Ceprano - Iulia Maria Dan Usciere - Leonard Bernad Paggio della Duchessa - Yulia Sokolik Bayerisches Staatsorchester The Chorus of Bayerische Staatsoper October 12, 2013
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- chronologie: Compositeurs (Europe).
- Index (par ordre alphabétique): B...