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2024-05-03
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Evita Gardoni presenta per Cavalli Musica il Flauto Alto Yamaha YFLA 421 (http•••) (http•••) (http•••) SITO (http•••) CAVALLI FACEBOOK (http•••) Flauto contralto professionale in Sol Testata, corpo e piede in Gold Brass Boccola e caminetto in argento Sterling Chiavi in alpacca argentata Tamponi a doppia membrana Testata Curva Il modello YFL-A421 è uno tra i flauti contralto più ricercati al mondo. È caratterizzato da una risposta rapida e da un'intonazione precisa; tuttavia, la caratteristica principale è certamente il suono splendido e caldo. L'esperienza unica di Yamaha con le varie leghe utilizzate negli ottoni ha portato alla scoperta che il Gold Brass (ottone con un contenuto di rame più elevato del solito) è il materiale perfetto per ottimizzare il suono, il peso e la suonabilità di un flauto contralto. Il Gold Brass consente di ottenere suoni particolarmente ricchi, ed è più facile da maneggiare e suonare.
Gioachino Rossini Asti Sessi Cherubini Lodi Giacomo Meyerbeer Daniel Auber Ambroise Thomas Georges Mathias Peruzzi Albert Lavignac Marchisio Italo Gardoni Luigi Agnesi 1829 1841 1863 1864 1867 2013
Petite Messe solennelle di G. Rossini - Kyrie Venerdì 13 dicembre 2013 Chiesa di San Martino, ASTI Coro Estro armonico - Direttore: Mario Dellapiana Soprano: Bettina Eickelberg Contralto: Grazia Gianotti Tenore: Luigi Nosenzo Basso: Valter Pastrone Pianoforte: Leonardo Nicassio Harmonium: Claudio Guidotti Rossini abbandonò la composizione di opere liriche dopo il successo ottenuto con la sua ultima composizione per il teatro, il Guglielmo Tell (1829). Da allora, quando aveva trentasette anni, si dedicò ugualmente alla composizione dedicandosi però alla musica da camera e sacra senza pubblicare alcun lavoro eppur lasciando capolavori specialmente in ambito sacro. Di questi, due sono considerati tra i migliori capolavori della musica del XIX secolo: lo Stabat Mater, composto nel 1841, e la Petite messe solennelle, composta nel 1863, cinque anni prima della sua morte ed ultimo peccato di vecchiaia, come il compositore amava definire i suoi lavori di età senile. Capolavoro nuovo, quasi azzardato per anni in cui imperava il romanticismo, con la sua melodia, che solo in seguito sarà valutata come capolavoro rossiniano: esso anticipa i tempi della musica moderna dando nuovi indirizzi estetici e forme avveniristiche che si svilupperanno ben oltre la metà dell'Ottocento per giungere agli inizi del Novecento. La Petite messe solennelle fu scritta per dodici cantanti, di cui quattro solisti, due pianoforti e un armonium. Rossini la volle anche orchestrare, nel 1867, sia perché spinto da più parti ma, soprattutto, ritenendo che se l'orchestrazione fosse stata fatta da qualcun altro musicista dopo la sua morte, l'opera non avrebbe avuto quella caratteristica per cui la scrisse. Al riguardo, sulla partitura tenne a precisare: « "Petite messe solennelle", a quattro parti, con accompagnamento di due pianoforti, e di un armonium. Composta per la mia villeggiatura di Passy (nota: località presso Parigi). Dodici cantori di tre sessi, uomini, donne e castrati, saranno sufficienti per la sua esecuzione. Cioè otto per il coro, quattro per il solo, in totale di dodici cherubini: Dio mi perdoni l'accostamento che segue. Dodici sono anche gli Apostoli nel celebre affresco di Leonardo detto La Cena, chi lo crederebbe! Fra i tuoi discepoli ce ne sono alcuni che prendono delle note false! Signore, rassicurati, prometto che non ci saranno Giuda alla mia Cena e che i miei canteranno giusto e con amore le tue lodi e questa piccola composizione che è, purtroppo, l'ultimo peccato della mia vecchiaia. » (Gioachino Rossini, Passy, 1863) Dopo che il lavoro fu terminato, scriveva nel manoscritto in calce all'Agnus Dei: « Buon Dio, eccola terminata questa umile piccola Messa. È musica benedetta (sacra) quella che ho appena fatto, o è solo della benedetta musica? Ero nato per l'opera buffa, lo sai bene! Poca scienza, un poco di cuore, tutto qua. Sii dunque benedetto e concedimi il Paradiso. » (Gioachino Rossini, Passy, 1863) Ecco dunque che la Petite messe può essere considerata il testamento spirituale di Rossini, forse già presago della sua prossima morte. La messa fu eseguita per la prima volta il 14 marzo 1864, presso la cappella di famiglia della contessa Louise Pillet-Will, moglie del banchiere Pillet-Will e dedicataria della composizione. All'evento, che fu dato in forma privata, furono invitati anche alcuni critici musicali e musicisti, come Giacomo Meyerbeer, Daniel Auber e Ambroise Thomas. Rossini stesso seguì i preparativi per l'esecuzione. Il coro era formato da studenti del Conservatorio, scelti tra i migliori; al pianoforte suonarono Georges Mathias e Andrea Peruzzi, mentre Albert Lavignac, allora solo diciottenne, suonava l'armonium. Le parti dei soli furono cantate dalle sorelle Marchisio, Carlotta (soprano) e Barbara (contralto), Italo Gardoni (tenore) e Luigi Agnesi (basso). La messa ottenne grande successo e fu replicata altre volte.
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