Jascha Horenstein Notizie
direttore d'orchestra americano
- musica classica
- Austria, Stati Uniti d'America
- direttore d'orchestra
Ultimo aggiornamento
2024-04-20
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Minima Musicalia - Heinrich von Trotta
2024-02-20 06:00:00
Di quello che per giudizio comune e con frase un po' scontata viene definito il "testamento spirituale" di Gustav Mahler, della Nona sinfonia, cioè, son già reperibili sulla piazza discografica almeno due registrazioni che, in quanto a livello esecutivo, non temono confronto alcuno: ci riferiamo ai dischi di Bruno Walter e di Jascha Horenstein, da anni in commercio. Se vogliano, per onestà,
2015-10-25 10:00:02
Gustav Mahler nel 1892, epoca della composizione della Seconda Sinfonia Dal programma di sala del concerto ho scoperto di essere stato testimone di due eventi mahleriani: la prima esecuzione assoluta a Torino della Seconda Sinfonia in forma integrale (11 dicembre 1970) e la prima esecuzione integrale della stessa sinfonia al Teatro Regio il 24 ottobre 2015. Credo di esserlo stato anche della prima torinese integrale della Terza il 18 dicembre 1970 (direttore Jascha Horenstein) e della Quinta il 23 gennaio 1970 (direttore Sir John Barbirolli). [Su questi ultimi due è una ipotesi]. A scanso di equivoci, non ho un’età così veneranda, ma il tempo di Mahler a Torino tardò a venire. Per l’Ottava credo che si dovette attendere il 1977 con Yuri Ahronovich. Per altre sinfonie ci furono esecuzioni già negli anni 50 e 60: fu soprattutto Harold Byrns a dirigere ad es. proprio alla Rai di Torino la prima […]
2013-04-02 09:35:36
Jascha Horenstein
Jascha Horenstein 40 anni fa, il 2 aprile 1973, moriva a Londra Jascha Horenstein, uno dei maggiori direttori d’orchestra del secolo scorso. Poiché gli avevo già dedicato un post rimando a quello: http://musicofilia.wordpress.com/2011/05/06/jascha-Horenstein/ Aggiungo un omaggio musicale, sperando che rimanga nel tempo:
2011-05-06 00:20:02
JASCHA Horenstein
Jascha Horenstein Certamente uno dei giganti della direzione d’orchestra, Jascha Horenstein ha goduto forse del giusto riconoscimento della sua statura di interprete post mortem. Il discorso è da collegarsi col fenomeno mediatico del disco. Horenstein, pur avendo una discografia notevole per numero di incisioni, fu quasi ignorato dalle majors e il suo nome figurava in etichette minori low cost, quelle che si rivolgevano a un mercato di studenti squattrinati [come lo scrivente ] o di appassionati che non potevano permettersi spese eccessive. La cosa non era dovuta però solo alla miopia dei producers, quanto al fatto che Horenstein non ricoprì mai, se non agli inizi della carriera, incarichi stabili a capo di orchestre e i vincoli contrattuali che caratterizzarono il mondo del disco negli anni 50/60 lo tagliarono fuori dalle etichette prestigiose. Fu la Vox, casa discografica statunitense in mano a George Mendelssohn, a scritturarlo per una serie di […]
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