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Teatro Bellini Bellini Bizet Forti 2017 2020
Mercoledì 20 maggio 2020 alle ore 18.30 Prosegue il ciclo Teatro Bellini Story in diretta streaming gratuita Lo spettacolo segnò il debutto in Città per i giovani danzatori catanesi Trovato e Maimone CATANIA – Il ciclo “Teatro Bellini Story” prosegue con la grande danza l’appuntamento in diretta streaming gratuita è per mercoledì 20 maggio alle ore 18.30 con la versione coreografica di Carmen, una produzione del Balletto di Milano diretto da Carlo Pesta, andata in scena al “Bellini” nel novembre del 2017. La coreografia è firmata a quattro mani da Agnese Omodei Salè e Federico Veratti; la scenografia è di Marco Pesta, i costumi di Federico Veratti . Sul podio a dirigere l’Orchestra del Teatro il maestro Gianmario Cavallaro, direttore musicale del Balletto di Milano. Alessia Campidori è Carmen mentre Alessandro Torrielli impersona il Destino. Don Josè, il torero Escamillo e Micaela sono interpretati rispettivamente da Alessandro Orlando, Federico Mella e Marta Orsi. Lo spettacolo segnò anche il debutto nella propria città per i giovani danzatori catanesi Germano Trovato e Ivan Maimone. Poche opere hanno avuto tanta fortuna quanto la Carmen di Bizet, un capolavoro che ha visto numerose riletture in forme artistiche diverse dalla lirica: cinema, musical, danza. Il Balletto di Milano presenta una versione ispirata alla novella di Prosper Mérimée e all’omonima opera di Bizet che apre a nuove interpretazioni senza tradire la tradizione ed avvalendosi di una modernizzazione della messa in scena e dello stile. Carmen è senza dubbio uno dei personaggi più forti nella storia dell’opera lirica e nell’immaginario collettivo è l’incarnazione della femminilità e della seduzione. Bella e anticonformista, passionale e desiderata, sfida chiunque voglia sottometterla, usando il suo fascino e la sua personalità per ottenere tutto ciò che desidera. Mossa dall’amore per la libertà e l’indipendenza, resterà incondizionatamente fedele a se stessa, anche se consapevole che questo la condurrà alla morte. Carmen è infatti una gitana, una zingara che crede nel destino che ha letto nelle carte, ma non esiterà a sfidare per l’ultima volta Josè, l’uomo che ha piegato a se stessa, pur sapendo che egli la ucciderà. E così nella Carmen del Balletto di Milano il “Destino” assume un ruolo determinante, conducendo la vicenda e svelandosi man mano attraverso i simboli delle carte: amore, tradimento, morte. Come tre sono i colori che indossa: bianco per l’amore, rosso per la passione, nero per la morte. Presenza costante, mette sulla strada della bella Gitana prima Don José e poi Escamillo, le è accanto nel farle seguire il cuore, le svela la Morte imminente in un avvincente faccia faccia sulle note dell’Habanera. Il celebre brano in cui Carmen appariva prima spavalda e seducente, la vede ora abbandonarsi nella braccia di colui che presto la porterà con sé. Bandito e assassino e poi vittima come nella novella o l’ingenuo soldato dell’opera che perde la testa fino all’autodistruzione? Don José è comunque folgorato da Carmen sin dal primo incontro. Per lei è stato degradato, è diventato disertore, brigante… assassino… Ossessionato dall’idea di perderla non ha esitazioni nell’ucciderla. Come nell’opera, il torero Escamillo e Micaela sono gli altri interpreti principali di un balletto ricco di coreografie coinvolgenti: dagli appassionati pas de deux alle tante e vivaci danze d’assieme di Gitani, Soldati e Sigaraie realizzate sulle stupende musiche di Bizet, non solo tratte dall’omonima opera, ma anche dalle due Suites e dall’Arlesienne n. 2. Sonorità che enfatizzano la vicenda e il clima d’energia e passione che si ritrova anche nell’allestimento in cui convivono tradizione e modernità. - Coreografia Agnese Omodei Salè e Federico Veratti Scenografia Marco Pesta Costumi Federico Veratti Direttore Gianmario Cavallaro Personaggi principali e interpreti Carmen Alessia Campidori Il Destino Alessandro Torrielli Don José Alessandro Orlando Escamillo Federico Mella Micaela Marta Orsi Balletto di Milano - Il ciclo Teatro Bellini Story è a cura del Settore Comunicazione dell'ente. Maggiori info su teatromassimobellini.it
Remix a cura di AFA del brano "Ongii" dei CSI. Il remix è inserito nell'album degli AFA del 1997 "Manipolazioni" (progetto audioalchemico) uscito per la collana di musica aliena "I Taccuini" (Consorzio Produttori Indipendenti / Dischi del Mulo / Polygram). Manipolazioni è il titolo del cd degli Afa in cui brani del precedente “Nomade Psichico”, vengono remixati o meglio manipolati e presentati in nuove versioni. E’ la quattordicesima uscita per la collana dei taccuini del Consorzio Produttori Indipendenti, in questo lavoro si svelano le implicazioni scientifiche, filosofiche, etiche che hanno come presupposto una tecnica ormai molto diffusa nella musica: il remissaggio. Con l’uomo nasce la rappresentazione simbolica del mondo, l’uso delle protesi, la possibilità di intervenire sul reale, la manipolazione. L’accelerazione è vertiginosa, la mutazione in atto è inevitabile ed inarrestabile, al di là del bene e del male. Manipolazione genetica, manipolazione degli elementi, corpi manipolati. L’identità è mutante. La musica è oggi più che mai mutante, scomponibile, rappresentazione sonora della trasformazione. Con questo progetto si cercano relazioni tra ciò che sta avvenendo nella biogenetica (clonazione, innesti biomeccanici), nell’arte (corpo come territorio da ridisegnare) e tutte quelle moderne pratiche di intervento sulla musica come il remix, il taglia e cuci, il campionamento. Considerare il panorama sonico come una coltura cellulare instabile, in movimento, che permette di sperimentare sul corpo dei brani musicali, sulla loro composizione chimica in modo assolutamente artificiale. Spartito chirurgico, ritmi alterati, rielaborazioni. Il DNA originario delle ultime composizioni degli Afa è stato riprogettato da altri musicisti, dj’s, programmatori, parole e suoni hanno trovato nuove identità. La musica è uno specchio di ciò che avviene nel nostro tempo, la clonazione, la possibilità di creare vite in laboratorio, di intervenire sul codice genetico, apre sconvolgenti scenari. La fantascienza non ha più il compito di predire o prevedere, ma solamente di informarci di ciò che già sta avvenendo sotto i nostri occhi: la pecora Dolly può essere vista come fenomeno da baraccone mediatico, in verità è il simbolo della definitiva scoperta umana, il segreto della vita, d’ora in avanti sarà difficile e forse superfluo distinguere chi è stato prodotto e chi è nato. Da tempo performers e body-artists hanno anticipato la mutazione con il lavoro sul proprio corpo (artisti come Orlan, Stelarc, Franko B, ci mostrano in modo osceno e schoccante la metamorfosi umana e la nascita di nuove identità). La tecnologia è già entrata nel nostro organismo sotto forma di innesti biomeccanici, di organi artificiali, presto sarà possibile impiantare chips elettronici, microcircuiti nel cervello, la biologia conquista le macchine e viceversa. Così non si può più parlare di musica suonata o elettronica, acustica o campionata, vera o finta, perché oggi l’artificiale regna negli studi di registrazione. Tutti i suoni possibili possono essere ricreati, un brano può essere clonato, se ne possono dare diverse versioni, una canzone ha la possibilità di avere tante e diverse identità. Il purista si scandalizza, ma ogni genere, ogni sfumatura, ogni stile è perfettamente ricreabile da macchine sempre più sofisticate, dal campionatore a programmi per computer capaci di comporre musica senza l’intervento umano. E’ facile farsi ingannare, anche ciò che appare genuino può benissimo essere finto, il musicista diventa una figura fantasmatica, le note si generano nell’assenza. La vita eterna è affidata a processori di suoni che possono ibernare e rendere eterne le voci di artisti scomparsi, crio-musica, gli studi di registrazione clonano nuove musiche da cellule congelate. In Giappone tutto è minuziosamente ricreabile, note, timbri, interpretazioni di qualsiasi gruppo, di qualsiasi cantante, si può ipotizzare il supergruppo definitivo formato dai migliori strumentisti, dal migliore corredo genetico. Nel laboratorio, nel progetto audioalchemico degli Afa troviamo remissaggi, clonazioni e mutazioni di: Eraldo Bernocchi, Ci s’ha, CSI, Lance from IHB, Guido Lusetti, Maffia Sound System, Gianni Maroccolo, Ustmamò, Skin 4, Wolfango. Incrociati ai brani interventi di teorici della mutazione come Antonio Caronia, Francesca Alfano Miglietti, Franco Bifo Berardi, Arianna Dagnino.
#linobanfi #paolovillaggio #millycarlucci #filmcompleto █▓▒▒▓█ ISCRIVITI AL CANALE PER SOSTENERLO █▓▒▒▓█ Pappa e ciccia è un film italiano del 1983 diretto da Neri Parenti, con Lino Banfi e Paolo Villaggio. Trama Primo episodio Nicola Calore è un imbianchino pugliese emigrato in cerca di fortuna in Svizzera, dove però è finito a fare lo stesso mestiere che faceva in Italia. Quando riceve una lettera che lo informa di una prossima visita della nipote Rosina, Nicola è fortemente imbarazzato in quanto aveva sempre dato a intendere ai parenti della Puglia di essere diventato ricchissimo, così, per non farsi scoprire, Nicola, con l'aiuto di alcuni amici connazionali emigrati come lui, è costretto ad allestire una messa in scena per non far capire la verità alla nipote. Per di più le cose si complicano in quanto Rosina non è la bambina bruttina che lo zio ricordava, ma una bellissima bionda ventenne. Lo zio le fa credere che la villa dove lavora è la sua, ma che non può entrare a causa dei lavori in corso. Una serie di equivoci lo porterà a spacciare per sua l'abitazione del finanziere svizzero Schmidt; dopo essere sfuggito ad una terrificante infermiera tedesca, Nicola finirà per acquistare senza volerlo vari titoli azionari che stavano crollando a picco: proprio questi, però, alla fine gli daranno la tanto sognata ricchezza. Secondo episodio Paolo, un modesto geometra, dopo un anno e mezzo d'attesa, vede finalmente pubblicata la lettera inviata al direttore del Corriere della Sera in cui ripercorre le peripezie capitategli durante il soggiorno ad un villaggio vacanze in Kenya. Partito con un collega, il pittoresco perito Guido Colzi, era stato inizialmente vittima di un terrificante viaggio su una carretta dei cieli guidata dal maldestro capitano Tombale e una maleducatissima e aggressiva hostess di volo; poi, arrivato miracolosamente alla meta, si era trovato coinvolto in varie disavventure che lo portarono a fuggire su una zattera da quel luogo di pace apparente. License under Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0) (http•••) For any distribution problem, please contact the Hydrus Service Style channel manager at the following e-mail address before reporting the film or the shorts: •••@••• thank you. Greetings from Hydrus. SOSTIENICI ACQUISTANDO SU AMAZON DA QUESTO LINK: (http•••) DATE UN' OCCHIATA AL NOSTRO STORE! (http•••) ISCRIVITI AI MIEI CANALI YOTUBE: Hydrus Service Style (http•••) Hydrus Service Style 2 [La Vendetta] (http•••)
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